• “Ho speso troppo!”
  • “Abbiamo speso più di quel che pensavamo”
  • “Quanto hai speso?”
  • “Ti è costato troppo!”

Il concetto di spendere è ricorrente quando parliamo di soldi, troppo ricorrente. Così che siamo abituati ad associare il denaro quasi unicamente al tema dello sperpero, di uno sforzo da parte nostra che non corrisponde a quanto realmente guadagnato. E quale potrebbe essere un concetto opposto che ci aiuti a riequilibrare l’associazione negativa di denaro uguale a spreco?

Investire, quindi ottenere un utile, un guadagno. Provando a usare il termine investire nel nostro linguaggio quotidiano per vedere come suona: “ho investito dei soldi in un libro questo mese”, può suonare coerentemente bene… ci fa pensare che il libro offra contenuti utili, che ci faccia trascorrere bei momenti con noi stessi arricchendoci, ecco arricchendoci, così che torna l’idea di un vantaggio, di un guadagno. Abbiamo apparentemente speso degli euro per acquistare il libro, ma abbiamo guadagnato tempo di qualità, accrescimento delle nostre conoscenze e magari anche di nuove abilità, o buon umore, insomma abbiamo veramente investito i nostri soldi.

Forse investire quando parliamo di utenze può suonare meno calzante, ma non più di tanto. Perché i soldi investiti nell’energia elettrica ci consentono, per esempio, di continuare moltissime delle nostre attività dopo il tramonto del sole, e la bolletta del gas suggerisce le immagini di case calde, docce ritempranti, pranzi e cene. Non abbiamo speso soltanto, abbiamo investito in benessere, cura, protezione, nutrimento, svago di qualità. Se adottiamo consapevolmente il concetto di investire, non solo ci accorgiamo degli acquisti inutili ma probabilmente diventiamo anche più accorti nell’acquisizione di beni e di servizi, ci metteremo a confrontare tariffe, benefit concreti, scadenze contrattuali ecc, per il nostro reale tornaconto.

Il termine investire può risultare ancora più utile se abbiamo in mente di chiedere un finanziamento. Investire in un prestito, come suona? Pagheremo rate per alcuni anni per ottenere quale guadagno? Come stiamo per investire le nostre future entrate, per quale utile? Quanto della cifra che pagherò, per esempio, è per interessi o commissioni e mi conviene? Più saremo sinceri con le risposte date, più sapremo modulare l’operazione a nostro reale vantaggio.

Ma se si è indebitati o sovra indebitati, se non si ha quasi il necessario per vivere, si può ancora parlare di investire il proprio denaro? Sicuramente sì, perché a maggior ragione si devono operare scelte, (si investe in cibo, infatti, non in beni superflui) e ci si informa, si cercano soluzioni, si studiano strade per gestire i debiti, magari si arriva a parlare con gli sportelli per il sovra indebitamento e per la prevenzione dell’usura (ecco un link a riguardo http://www.dt.tesoro.it/export/sites/sitodt/modules/documenti_it/prevenzione_reati_finanziari/antiusura/Associazioni_Fondazioni_x_pubblicazione_2017__.pdf ). Si investono di conseguenza anche il proprio tempo, la propria presa di coscienza, i ragionamenti, le proiezioni sul futuro. Molte delle persone che si rivolgono ad ADVENTUM pronunciano una frase ricorrente “mai più un finanziamento nella mia vita, non voglio più sentir parlare di prestiti”, il tono estremo deriva dal fatto che, costrette per lungo tempo a vivere in una condizione di precarietà e di obbligo (troppe rate che non permettono una serena qualità della vita), hanno sperimentato un cambio radicale nelle loro convinzioni: ora vogliono gestire il loro reddito in modo diverso, almeno un po’ a loro vantaggio, godendo di un utile vero. Vogliono investire, non spendere.

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