A causa dell’emergenza sanitaria legata al Coronavirus sono aumentate di 12 punti percentuali (58% in totale) le famiglie italiane che dichiarano di arrivare con difficoltà alla fine del mese. Ciò significa che circa 6 famiglie su 10 ritengono di essere in maggiore difficoltà a seguito dell’emergenza COVID-19. Inoltre 3 famiglie su 10 avrebbero difficoltà a reperire 2.000 euro entro un mese per affrontare una spesa imprevista, come ad esempio la riparazione dell’auto, l’acquisto inaspettato di un elettrodomestico, una spesa medica o emergenze simili.

 

Questi alcuni dei principali dati emersi dall’indagine “Emergenza COVID-19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria”, commissionata dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria (Comitato Edufin) alla società di ricerche e analisi di mercato Doxa.

 

L’indagine ha anche dimostrato che disporre di un’elevata conoscenza finanziaria aiuta ad essere finanziariamente meno fragili, ossia capaci di fronteggiare meglio le difficoltà. Infatti, il 27,7% di coloro che ritengono di possedere un livello elevato di conoscenze finanziarie di base riuscirebbe ad arrivare facilmente alla fine del mese, nonostante la crisi attuale, contro il 12% di chi si reputa sprovvisto di adeguate conoscenze.

I dati dimostrano che esisteva una fragilità finanziaria già prima della crisi: più di un terzo delle famiglie (36,6%) non avrebbe avuto le risorse per affrontare la mancanza di reddito per un periodo superiore ai due mesi.

 

L’indagine è stata condotta tra il 27 maggio e il 10 giugno su un campione rappresentativo di 5mila famiglie attraverso la somministrazione di un questionario online. Obiettivo dello studio: misurare conoscenze, comportamenti, attitudini finanziarie degli italiani anche a seguito dell’emergenza COVID-19.

 

Le fasce di popolazione che dichiarano di arrivare con difficoltà alla fine del mese a seguito dell’emergenza COVID-19 sono soprattutto quelle residenti nel Sud Italia o nelle isole (65%), le donne (61%) e coloro che hanno un basso grado d’istruzione (65%).

L’indagine conferma, infine, la bassa alfabetizzazione finanziaria degli italiani: meno di un terzo degli intervistati (29%) conosce i concetti di base della finanza, come tasso d’interesse semplice, tasso d’interesse composto, relazione rischio-rendimento.

 

“Abbiamo realizzato questa indagine per approfondire gli impatti dell’emergenza COVID-19 sulla condizione finanziaria degli italiani, mettendo a disposizione dei decisori politici e dei cittadini questo patrimonio di dati e informazioni. L’indagine – spiega Annamaria Lusardi, Direttore del Comitato Edufin– dimostra la stretta correlazione tra alfabetizzazione finanziaria e capacità di far fronte a momenti di crisi e di difficoltà: chi ha maggiori conoscenze dei concetti finanziari di base sa affrontare meglio uno shock grande ed improvviso, come quello dovuto alla pandemia, fronteggia meglio situazioni di stress economico e risulta in definitiva avere un maggior grado di resilienza. Per questo è necessario rafforzare e mettere a sistema le iniziative volte ad aumentare le conoscenze finanziarie degli italiani. Il Comitato – aggiunge Lusardi – ha intrapreso questa strada elaborando un programma di attuazione della strategia nazionale per l’educazione finanziaria e avviando, attraverso il proprio portale quellocheconta.gov.it e il Mese dell’educazione finanziaria, vaste campagne di sensibilizzazione e informazione sui temi della finanza personale. È importante che tutte le istituzioni e gli stakeholder facciano squadra e collaborino per rendere i cittadini più informati e consapevoli”.

 

 

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