Lo scorso 28 gennaio è stato presentato il rapporto “Le politiche di prevenzione e contrasto al gioco d’azzardo patologico in Piemonte. L’evoluzione del fenomeno, l’attuazione della Legge regionale n. 9/2016 e le attività del piano” della Regione Piemonte.
Il progetto nasce nel 2016, quanto la Regione ha approvato una legge di contrasto al gioco d’azzardo patologico (l.r. n.9/2016). Lo scopo della legge è la tutela delle fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione.
L’articolo 5 della legge vieta la collocazione di apparecchi entro una certa distanza (500 metri nei Comuni più grandi, 300 in quelli più piccoli) da luoghi considerati sensibili, come scuole, banche e strutture residenziali per anziani. Si tratta del cosiddetto “distanziometro”. L’applicazione di questa norma è differenziata nel tempo. È stata applicata per gli esercizi commerciali a partire da novembre 2017.
“Dopo il 2016 si assiste ad una forte diminuzione dei volumi di gioco fisico in Piemonte – si legge nel rapporto – a fronte di un incremento nelle altre regioni italiane. Rispetto al dato del 2016, anno di entrata in vigore della Legge piemontese, la diminuzione registrata in Piemonte nel 2019 è di 572 milioni di euro (-11%), mentre nel resto della nazione la riduzione è iniziata solo nel 2019, -18 milioni di Euro (-0,03%)”. Netto anche il calo delle perdite – la differenza tra somme giocate e vinte – pari al 16.5%, “più consistente rispetto a quanto accade nel resto d’Italia (-0,9%)”.
Purtroppo, il fenomeno è ancora presente ma i dati confermano che misure più restrittive, anche in merito alle limitazioni orarie, portano risultati migliori. Infatti, “gli studi condotti in Piemonte dall’Istituto di Fisiologia Clinica – Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR)1 hanno evidenziato che nei Comuni con misure più restrittive, i volumi di gioco si sono ridotti in proporzione più rilevante rispetto ai Comuni che hanno adottato misure più permissive. Si tratta di circa 93 euro in meno per abitante rispetto a quello che si sarebbe osservato in assenza di limitazione oraria. Laddove le misure sono meno restrittive (consentono più di 10 ore al giorno di funzionamento) non si registra una differenza statisticamente significativa nei volumi di gioco”.
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